La colposcopia è un’indagine diagnostica che consente la visualizzazione accurata della cute della vulva e della mucosa della vagina e della cervice uterina. La colposcopia è effettuata tramite uno strumento d’ingrandimento, chiamato “colposcopio”, che amplifica la visione da 2 a 60 volte consentendo, così, di rilevare anomalie che non possono essere identificate ad occhio nudo. L’esame è eseguito dopo applicazione di speculum vaginale allo scopo di allontanare fra loro le pareti vaginali e consentire così la visualizzazione dell’interno della vagina e della cervice uterina. L’esecuzione della colposcopia richiede l’ausilio di soluzioni (acido acetico e soluzione iodata o di Lugol) che sono applicate con un batuffolo sulle mucose degli organi genitali; tali soluzioni consentono di mettere in risalto aree anomale eventualmente presenti. Questo esame consente di eseguire, inoltre, una o più biopsie a livello delle aree anomale rilevate, permettendo così una diagnosi istologica dell’eventuale lesione. Le biopsie possono essere eseguite sulla superficie del collo dell’utero (biopsia cervicale) oppure nel canale attraverso cui l’utero si apre in vagina (biopsia endocervicale). La biopsia è eseguita utilizzando apposite pinze; non è necessario eseguire un’anestesia perché non è particolarmente dolorosa a causa della scarsa innervazione della cervice uterina. I tessuti prelevati sono inviati a un patologo per l’esame al microscopio. La durata della colposcopia varia dai 10 ai 15 minuti circa e viene eseguita con la donna in posizione ginecologica, preferibilmente a vescica vuota.
La colposcopia è un esame non invasivo, generalmente indolore (talvolta solo un po’ fastidioso) e non necessita di anestesia. È possibile che la paziente avverta una sensazione di fastidio all’introduzione dello speculum, ciò accade più frequentemente quando la vagina è irritata oppure scarsamente lubrificata.
I colposcopi sono collegati a sistemi di videoregistrazione che consentono di ottenere delle immagini / video delle aree sospette rilevate nel corso dell’esame.
Le principali indicazioni all’esecuzione di una colposcopia sono:
– presenza di un pap-test positivo per atipie citologiche (ASCUS, L-SIL, H-SIL);
– presenza di ulcerazioni o altri tipi di lesioni a carico dei genitali riscontrate dalla paziente stessa o durante la visita ginecologica di controllo;
– follow-up di aree anomale evidenziate a livello della vagina o collo uterino;
– follow-up di trattamenti precedentemente eseguiti.
Si consiglia alla paziente di non usare lavande, creme vaginali, tamponi e di evitare rapporti sessuali nelle 48 ore precedenti l’esame perché potrebbero alterarlo.
È necessario eseguire l’esame in un periodo del ciclo in cui non vi siano mestruazioni né perdite ematiche; infatti la presenza di sangue può interferire con la buona visualizzazione della mucosa in esame.
Le complicazioni dopo l’esecuzione della colposcopia sono molto rare, possono talvolta persistere piccole perdite ematiche e/o una vaga sensazione di fastidio per qualche giorno. In caso di sanguinamento prolungato, è possibile applicare sul collo dell’utero sostanze emostatiche oppure agenti antiemorragici.
La colposcopia può essere eseguita senza alcun rischio anche in corso di gravidanza ma non viene eseguito il prelievo di tessuto dal canale endocervicale (curettage cervicale).
Se non sono eseguiti prelievi citologici e/o istologici, il referto della colposcopia è consegnato alla paziente alla fine dell’esame. Al contrario, il referto non è rilasciato alla fine dell’esame quando sono eseguiti prelievi perché devono essere attesi gli esiti citologici e/o istologici. La copia cartacea è accompagnata da immagini e, se richiesto, dalla registrazione video dell’intera procedura su supporto digitale (DVD).